Ogni tipologia di temporale può provocare innumerevoli tipi di danni a cose e persone...Tra i vari elementi vorrei approfondire il discorso delle alluvioni lampo e della grandine. Vediamo di analizzare questi fenomeni.
Le alluvioni lampo non sono altro che violente precipitazioni che si verificano durante forti temporali rappresentando una delle maggiori cause di morte tra i vari fenomeni atmosferici. In genere esse, sono causate da fenomeni convettivi.
E perchè si verificano? Generalmente occorrono in circostanze in cui tutta la colonna d'aria è ricca di umidità, che può condensare e scatenare una massiccia precipitazione; dallo Skew T vedremo la curva di stato della temperatura e del dew point quasi unite o comunque molto vicine; inoltre lo shear è quasi sempre scarso cosicchè il temporale rimmarrà particolarmente statico, e scaricherà tutto il suo potenziale precipitativo nello stesso luogo.
Le alluvioni lampo si verificano con maggiore frequenza nelle squall line e nei sistemi convettivi a mesoscala (MCS), i quali, di solito nel tardo pomeriggio o notte, si scaricano staticamente in luoghi molto ristretti e localizzati.
Un esempio recente è costituito dalle alluvioni lampo siciliane del 13 Ottobre 2012, in cui un MCS dall'estensione di tutta la regione si è abbattuto dal pomeriggio fino alla mattina successiva.
Dal sat possiamo riconoscerli molto facilmente data la loro forma ellittica e grazie ai loro top molto elevati con temperature sommitarie che possono raggiungere anche i -65 gradi.
Nonostante le considerazioni precedenti le alluvioni lampo possono verificarsi anche con le supercelle; soprattutto le HP (high precipitation supercell) possono dare origine a episodi alluvionali dal momento che producono immense quantità di precipitazioni e poiché transitano lentamente a causa dei venti relativamente deboli alle alte quote.
Per verificare se esiste un certo rischio di allagamenti lampo si possono tenere in considerazione diversi parametri:
- Presenza di una discreta fascia di CAPE relativamente elevato, che denota la presenza di una buona instabilità atmosferica e il probabile sviluppo di updraft discretamente forti.
- Presenza di alti valori di precipitable water(PW).
- Importante è la presenza di deboli venti di alto e medio livello, che facciano in modo che il temporale rimanga relativamente statico.
- L'orografia gioca un ruolo di prim'ordine, giacchè può accadere che tra le montagne vengano imbrigliati cumulinembi ricchi di pioggia che scaricano tutto il loro potenziale precipitativo in loco senza possibilità di movimento a causa della catena montuosa.
La grandine è un fenomeno tipico dei temporali estivi e si preannuncia con sfumature verdi/giallastre del cielo, proprio a causa della particolare rifrazione della luce all'interno del cumulonembo grandigeno.
Un chicco di grandine è sinteticamente un prodotto dell'updraft e del downdraft del temporale all'interno del quale ci sono gocce d'acqua sopraffuse (ovvero sono liquide pur in ambiente sottozero) che seguono un ciclo fatto di moti ascendenti e discendenti.
All'interno del cumulonembo, infatti, possiamo immaginare i nostri embrioni di grandine compiere numerosi cicli "sali e scendi", in seno ai moti ascendenti e discendenti causati rispettivamente dall'updraft e dal downdraft del sistema.
La traformazione in ghiaccio delle goccioline sopraffuse richiede temperature inferiori ai -40 gradi (temperatura corrispondente ad una quota compresa tra gli 8Km e i 10Km) e dei nuclei di condensazione che costituiscano un punto di partenza sopra il quale avvengano i vari depositi del ghiaccio per ogni ciclo: queste particelle solide sono all'origine della formazione della grandine.
Una continua deposizione di gocce soprafuse su i cristalli di ghiaccio neo formati permettono agli stessi di accrescere le loro dimensioni per ogni ciclo updraft/downdraft.
Infatti ciò che noi generalmente chiamiamo grandine è il risultato di innumerevole fasi di accrescimento, dalla più precoce (denominata fase del graupel), alla più tardiva dove si ha la grandine vera e propria.
Secondo una definizione scientifica, il nostro conglomerato di ghiaccio può essere definito grandine quando raggiunge un diametro di almeno 5 mm.
La forma della grandine è più o meno sferica con una struttura interna stratificata che assomiglia vagamente alla conformazione della cipolla. Ogni strato si scioglie un poco durante ogni discesa ed acquista una nuova patina di ghiaccio durante la salita quando incontra temprature inferiori allo zero.
Quando i chicchi di grandine hanno raggiunto dimensioni tali per cui l'updraft del sistema temporalesco non riesce più a sostenerli, precipitano a terra.
E' intuitivo, dunque, come la dimensione di un chicco di grandine sia direttamente proporzionale alla potenza dell'updraft: più un updraft è forte più sarà in grado di mantenere in aria per più tempo i chicchi di grandine, facendo in modo che essi subiscano un maggior numero di cicli "sali scendi", permettendo ai chicchi stessi di accrescere il loro diametro e raggiungere dimensioni molto grandi.
Un updraft così forte è tipico di poche tipologie temporalesche tra cui è giusto menzionare in prima fila le supercelle, ma anche le squall line e alcuni tipi di multicelle. In genere per avere grossi chicchi è necessario un updraft di almeno 100Km/h.
Nel corso della storia si sono verificate innumerevoli tempeste di grandine, soprattutto negli Stati Uniti. Il 3 giugno 1959 a Selden, nel Nord Est del Kansas si abbattè una tempesta di grandine che durò per circa 85 minuti lasciando un'accumulo di 50 cm e producendo un danno di 500000 dollari!
Per prevedere la grandine possiamo utilizzare diversi parametri:
-Innanzitutto è importante considerare la distanza tra il livello di ghiacciamento (freezing level) e il suolo. In un sistema supportivo di violenti temporali, un basso livello di FRZ (dove la isoterma dello 0 gradi incontra la curva della T) indica che la grandine avrà più tempo per crescere nell’updraft e avrà meno tempo per sciogliersi mentre raggiunge il suolo. Un livello FRZ intorno a 650 mb o anche più vicino alla superficie in una situazione di maltempo in genere sosterrà grossi chicchi di grandine.
-Il cape deve essere elevato.
-Un elevato lapse rate di medio livello: intuitivamente più si avvicina all’inclinazione dell’adiabatica secca meglio è.
-Un elevato 0-6Km shear che è un indice della persistenza e forza dell'updraft ( si calcola facendo la differenza vettoriale tra i venti di 500mb e i venti di 500 metri) che viene calcolato direttamente dai radiosondaggi con odografo.
-Per vedere se la grandine sarà di grossa taglia è importante vedere se è presente un mesociclone, e in tal caso più la regione dell'inflow notch sarà grande più ci saranno chance.
Nei sistemi multicellulari la presenza della grandine è spesso documentata nello stadio iniziale della multicella, e in particolare nelle squall line è facile reperirla nella parte meridionale o in isolate celle davanti alla stessa squall.
Andrea Griffa