IL TORNADO DI CATANIA

 

By Andrea Griffa - Dicembre 2004 -


Ebbene dopo l'outbreak tornadico siciliano del 12 novembre, e in primis l'F3 di Scicli, la Sicilia colpisce ancora: un incredibile tornado devasta la città di Catania!

Lo scorso 9 dicembre 2004 è stato caratterizzato da una delle condizioni sinottiche più determinanti per lo sviluppo di temporali estremamente violenti sulla Sicilia.


La situazione era caratterizzata dal transito zonale di un cut off ben strutturato con una depressione associata al suolo in progressivo approfondimento fino a 1012 mb che determinava l’instaurarsi di un flusso orientale-sud orientale sulla Sicilia piuttosto sostenuto e la promozione di un rapido turn over della massa d'aria presente sulla Sicilia conferendole proprietà discretamente instabili.

Osservando il modello Bolam il flusso sud orientale al suolo del settore caldo del sistema depressionario si trovava ad essere accompagnato da un moderato getto di basso livello.

Alle quota isobarica di 500mb si assiste ad una pesante avvezione fredda cosicchè nel giro di poche ore si passa da -18 a -25 gradi centigradi.

Questo elemento è importantissimo nella creazione di una forte instabilità atmosferica. Inoltre, sebbene all’inizio il flusso di medio livello fosse abbastanza limitato, con l’approssimarsi della saccatura esso incrementava fino a buoni valori; in questo modo considerato anche l’ottimo flusso di basso livello e la crescente instabilità, la probabilità di supercelle tornadiche dalla lunga durata aumentava col passare delle ore nella zona di previsione.

Con il posizionamento della bassa pressione appena ad ovest dell’isola si assisteva ad una rapida accelerazione del flusso a 850 mb promovendo la nascita di un moderato getto di basso livello meridionale (LLJ) che rappresentava la chiave degli eventi futuri apportando una drammatica curvatura dell’odografo di basso livello e impennando i valori di storm relative helicity, lasciando intendere che se si fosse instaurata una seria convezione, difficilmente il tipo convettivo che avrebbe avuto origine sarebbe stato differente da quello supercellulare o dal bow echo.

Tutti questi elementi, la serata precedente, spinsero il sottoscritto e Benvenuto Righetto, di turno previsionale quella sera, a emettere l’avviso del rischio moderato (rischio giallo) di fenomeni violenti proprio per la costa orientale siciliana e in particolare il catanese e a individuare in Catania la zona con maggiori probabilità di essere colpita da ipotetici tornado.


Il modello Bolam mostrava una discreta convergenza al suolo tra un forte flusso meridionale e un sostenuto flusso orientale-sud orientale proprio sulla costa est che avrebbe rappresentato la componente “trigger” per l’inizio della cumulogenesi. L’unico elemento che ci trattenne dall’emettere un alto rischio di fenomeni violenti (per il quale possono verificarsi supercelle tornadiche con tornado anche fino al grado F4-F5) era la presenza di una massa d’aria dalle fattezze tardo autunnali, con temperature non eccessivamente elevate (circa 20 gradi) e con un cape estremamente basso. Ma l’esperienza insegna che in queste situazioni contano soprattutto gli alti punti di rugiada al suolo, che la costa siciliana può raggiungere, e se lo shear di basso livello è elevato e se la temperatura al suolo si aggira almeno tra i 16 e i 20 gradi, si possono avere associati ai temporali fenomeni vorticosi di non trascurabile violenza.

    


Venti al livello del suolo ore 09:00Z (Fonte Bolam)        Temperatura e geopot. 500mb 12:00Z (Fonte GFS W3)


   


MSLP ore 06:00Z (Fonte Bolam)                                    Venti e TH E 850mb ore 09:00Z (Fonte Bolam)




Di conseguenza dopo queste considerazioni traspare come il setup cinematico insieme con quello termodinamico sottintendevano una evoluzione violenta, anche se il tutto appariva quasi surreale e impossibile da riverificarsi dopo l’F3 di Scicli, avvenuto in condizioni sinottiche alquanto simili. Ebbene intorno alle 11 a.m la convezione prende piede negli esatti luoghi della convergenza, e in poco tempo un unico updraft, inclinato e rotante, dona a tutto il sistema prerogative strettamente supercellulari: a questo punto un vero e proprio tornado prende forma a Catania. Il mostro investe il centro della città abbattendo cartelloni pubblicitari, distruggendo impalcature, sradicando alberi: la scena è quasi apocalittica! Il tornado è grande, è corposo, ha una ottima condensazione ed è strettamente in contatto con il suolo; la velocità di rotazione è elevata e lo spettacolo è grandioso. Esso, dopo essere nato sulla terraferma, con dirittura SW-NE si sposta verso il mare seguendo lo “storm motion” e offre un nuovo spettacolo per le imbarcazioni del porto catanese. Osservando le immagini satellitari la supercella è di lunga durata: con basse percentuali di errore credo si sia trattato di una supercella tornadica ciclica e pur non avendone testimonianza, con ogni probabilità ha continuato a produrre altri tornado nel mare, di cui purtroppo non si hanno notizie, dal momento che era in corso una burrasca e nessuna imbarcazione si accingeva a solcare le acque. Inoltre sempre dal satellite si nota una evidente cupola (overshooting top) persistente nella maggior parte delle scansioni: in alto è riportata l’immagine delle 13.30. Qui la cupola è già sul mare, e ciò è un segno che l’updraft, quindi la wall cloud e quindi la tromba marina alla sua base, da Catania si sono spostati più verso est-nord-est seguendo la “level guide”(correnti dominanti alle quote medie): ad ogni modo ho voluto riportare questa specifica immagine a causa del suo alto livello didattico.


Immagine satellitare (Fonte Eumetsat 2004)


Il fenomeno è stato ripreso in tutta la sua potenza; vi riportiamo un VIDEO dell’evento in cui è possibile farsi una idea del tornado:  Quasi incredibilmente il tornado oltre a non uccidere, non ferisce nessuno; la situazione è davvero inverosimile: per la seconda volta nel 2004 e a così breve distanza cronologica, la Sicilia sforna un altro micidiale mostro, e, come volesse vendicarsi di Scicli poiché l’ F3 aveva colpito zone non densamente abitate, questa volta si abbatte su una grande città come Catania, e per di più nel centro cittadino e senza commettere stragi! A questo punto la domanda viene spontanea: ma sarà sempre così?

       



(foto di F.D'Agata)

Purtroppo non sono disponibili nemmeno in questa circostanza le immagini del radar di Sigonella, come al solito fuori uso, ma sarebbe stato alquanto interessante analizzare l’evento dal punto di vista radaristico. Lo stesso discorso vale per il radiosondaggio: purtroppo nessun commento sugli indici termodinamici…. Dal punto di vista classificativo non possiamo dire moltissimo a riguardo del fenomeno in esame: le uniche foto disponibili riguardano più propriamente il tornado in azione; mancano le foto dei danni, che rappresentano l’elemento di prim’ordine per classificare una tromba d’aria secondo la scala Fujita. Per tale ragione ci riserviamo di effettuarne la classificazione, finchè gentilmente non ci verranno spedite delle foto dei danni dai nostri lettori. Ciò che si può evincere dalle foto è che con ogni probabilità l’origine del fenomeno sia mesociclonica, data anche l’evidente struttura circolare della “succhiozona”; inoltre come accade spesso con basse pressioni di tal genere i livelli di condensazione forzata e di libera convezione sono piuttosto bassi, tenuto conto degli alti punti di rugiada della massa d’aria che viene a risiedere: proprio tali elementi aiutano moltissimo la tornadogenesi (vedi articolo sul tornado di Scicli). In conclusione questo evento, come già sottolineato in diverse occasioni in precedenza, è da ricollegare all’outbreak della provincia di Ragusa del 12 novembre date le simili condizioni sinottiche che hanno caratterizzato i due eventi e le conseguenze che hanno apportato: pertanto invito tutti i lettori a effettuare dei parallelismi. In ultimo vorrei appellarmi ai nostri lettori per domandare gentilmente che, se qualcuno avesse scattato altre fotografie del tornado o dei danni, è pregato di inviarcele.




Andrea Griffa