IL grande TORNADO dell’Ilva a taranto

 

By Andrea Griffa - 29 November 2012 - 15:09                                                                    

 

Gentili lettori,

Il giorno 28 Novembre 2012 Taranto è stata colpita da un enorme e devastante tornado!

Un tornado senza precedenti, in quanto le riprese mostrano una tromba d’aria di grandi dimensioni in stile “wedge tornado” con i classici “power flashes” dei tornado più violenti, ovvero le linee della luce e dell’alta tensione che generano flash importanti al momento dello “strappo” dal suolo.


Ebbene la cosa più incredibile di questo  fenomeno è il luogo di impatto: l’acciaieria Ilva, la seconda acciaieria più grande d’Europa, alla ribalta delle cronache a causa della recente chiusura, con 5000 operai rimasti a casa.


Qui di seguito il video incredibile dell’utente Daniele Carbotti. Ultimo video di Vittoria Semeraro.



















Cominciano già ad arrivare i primi video della devastazione che mostrano che i danni sono ingenti e cominciano a mettere in evidenza effetti anche sulla muratura portante.

















Sono foto semplicemente incredibili...Non è mai stato fotografato un tornado wedge di queste dimensioni nel nostro paese. Questi scatti sono rielaborazioni del video HD girato da Vittoria Semeraro, abitante del paese di Statte.


Da un punto di vista sinottico, la situazione è caratterizzata dal transito zonale di un’ ampia saccatura ben strutturata con una depressione associata al suolo in progressivo approfondimento fino a 978 mb centrata a Nord-Ovest dell’Isola di Corsica che ha determinato l’instaurarsi di un teso flusso sud orientale sulla Puglia con la promozione di un rapido turnover della massa d'aria presente in loco  conferendole proprietà spiccatamente instabili.

Osservando il modello LAMMA il flusso sud orientale al suolo del settore caldo del sistema depressionario si trovava ad essere accompagnato da un FORTE getto di basso livello sui 35-40 nodi ma come desumeremo dal radiosondaggio in realtà raggiungerà valori quasi doppi!!

Questo elemento è di vitale importanza per l’instaurazione di una forte instabilità atmosferica e di vorticosità.

Infatti, il posizionamento di questa importante bassa pressione appena ad ovest dell’isola di Corsica, ha permesso una rapida accelerazione del flusso a 850 mb promuovendo la nascita di un perfetto getto di basso livello meridionale (LLJ) che costituisce la chiave degli eventi futuri apportando una drammatica curvatura dell’odografo di basso livello e impennando i valori di storm relative helicity, lasciando intendere che se si fosse instaurata una seria convezione, difficilmente il tipo convettivo che avrebbe avuto origine sarebbe stato differente da quello supercellulare o dal bow echo, e che avrebbe potuto porre le basi per forti trombe marine.

Qui di seguito troviamo le mappe di previsione del modello LAMMA


Fonte LAMMA in ordine wind 850mb, 10m wind speed, mean sea level pressure, Cape

             

         




     




Qui sotto troviamo invece il radiosondaggio di Brindisi del 28 Novembre alle 18Z che ci fornisce sicuramente delle importantissime informazioni sulla termodinamica e cinetica che hanno condotto alla formazione di questo fenomeno devastante.

Osservando questo diagramma del tipo SkewT i primi dati che si deducono con l’iniziale colpo d’occhio sono sicuramente questi:

  1. -aria umida al suolo quasi alla saturazione, con dew point sui 18 gradi

  2. -strato di aria molto umida tra i 600mb e il suolo

  3. -discreta iniezione secca in media troposfera

  4. -cape intorno ai 1000 j/kg

  5. -livello di equilibrio sui 10.500 metri

  6. -shear impressionante

  7. -bassi livelli di condensazione forzata

  8. -pressochè nulla inibizione alla convezione

Ebbene, pur non essendoci valori di energia disponibile per la convezione degni di nota come nei più grandi tornado outbreak americani e asiatici, l’area sottesa dalla cosiddetta dalla curva della “particella teorica” è piuttosto “stretta” ma “alta” e raggiunge un più che discreto livello di equilibrio garantendo una spinta convettiva ascendente di base.

Eppure dato lo shear assolutamente pazzesco ci si sarebbe aspettata una convezione “tronca” ovverosia degli updraft temporaleschi che venivano “spezzati dallo shear imperioso”, ma come sappiamo tutti non è stato così.

La spiegazione può essere trovata in una colonna d’aria estremamente umida nello spessore troposferico tra i 1000mb e i 550mb e un’iniezione secca in media troposfera che hanno consentito la fortificazione dell’updraft della supercella tarantina, così da concedergli caratteristiche termodinamiche in grado di fronteggiare i venti fortissimi in medio-bassa troposfera e a mantenere la spinta di galleggiamento verticale conferita dall’updraft.

Altro aspetto degno di nota sono senza dubbio i livelli di condensazione forzata molto vicini al suolo che rappresentano un grande punto di forza per la tornadogenesi.

Ma ora veniamo all’elemento di nota e di unicità che ha contraddistinto questa supercella tornadica: lo shear di velocità e di direzione. Negli ultimi 10 anni, in Italia, non vi è mai stato un setup con uno shear del genere che avesse permesso la genesi convettiva. Questa volta è successo.

Prima di tutto non si può non osservare come curvano i venti da sud est al suolo fino a sud ovest a 600 mb promuovendo una fantastica curvatura in quello strumento che abbiamo a disposizione che si chiama odografo. Ma è ancora più in evidenza la presenza di un getto di basso livello che per convenzione poniamo a 850mb che raggiunge un valore assolutamente unico: 60 nodi. Signori, è un valore assolutamente iperbolico , c’è poco da commentare che personalmente non ho mai riscontrato nelle supercelle tornadiche italiane studiate finora, e non è nemmeno frequente per quelle americane.

Questa ampia e accentuata curvatura nei suddetti livelli della trospofera  e queste velocità così rilevanti contribuiscono ad impennare l’elicità nel primo chilometro che conferisce una vorticità impressionante al flusso dell’aria in ascesa nel temporale tarantino.

Come se non bastasse, il temporale potrebbe avere ingerito ancora maggiore vorticità se teniamo in considerazione la conformazione orografica del Golfo di Taranto che è una nicchia circolare che naturalmente porterebbe il flusso dell’aria in entrata ad assumere una componente rotatoria poi ingerita dal cumulonembo.


     

Tutti questi elementi appena desunti dal radiosondaggio in esame trovanno assoluta corrispondenza nella mappa di analisi della SRH-Storm Relative Helicity della Playmouth University qui sotto allegate. Si tratta di valori pari a 650 m2/s2, assolutamente incredibili.


Tutte queste deduzioni pongono il tornado in esame nella classificazione americana dei “tornadoes in low cape and high shear enviroment”, ovverosia tornado che si sviluppano in un sistema caratterizzato da elevato shear e cape basso.


   


I lavoratori che si trovavano all'interno della fabbrica hanno raccontato scene apocalittiche.

Nella struttura che polverizza il carbon coke, si sono conficcate diverse pesanti  lamiere. A mezzogiorno hanno suonato le sirena d'allarme della fabbrica per evacuare tutte le strutture che si trovano all'esterno.

Gravi danni anche per una stazione di servizio Agip sulla via per Taranto. Pochi  chilometri di distanza in Via Vittorio Emanuele, che fino all'altro ieri ostentava le sue villette di fine 800 tirate a lucido, ora mostra i muretti a secco sbriciolati e le auto cappottate. Il dramma è stato sfiorato anche alla scuola media Leonardo da Vinci: l'esplosione della vetrata ha provocato il ferimento di otto ragazzi.

A Statte nessuno sta con le mani in mano. Gli uomini della Forestale e la Protezione civile lavorano per mettere in sicurezza le case distrutte.

Si contano più di 20 feriti e manca all’appello un operaio che stava lavorando su una gru che è stata investita dal tornado.




CLASSIFICAZIONE  FUJITA


Per quanto concerne la classificazione Fujita il tornado di Taranto è stato molto probabilmente il tornado wedge più grande (ma non il più distruttivo) della storia video-documentata europea. NON esistono fino a prova contraria,  dei documenti videografici che mostrino un tornado wedge di queste dimensioni in letteratura europea.

Il tornado si è sviluppato in mare di fronte all’industria Ilva, al margine sud ovest della città di Taranto e ha effettuato un percorso di distruzione di circa 12 km attraverso la città di Statte fino al quartiere Montetermini.

L’ autore delle foto Michael Gargasole ha condotto indagini di terra subito dopo il passaggio del tornado e i giorni seguenti.

Vari tipi di edifici invece sono stati valutati dal sottoscritto per determinare un intervallo di velocità del vento e l'intensità di danno generale del tornado. Abbiamo esaminato diversi DIs (Indicatori di Danno) utilizzando il protocollo ufficiale della scala Enhanced Fujita.

Ci sono state diverse case e diverse strutture danneggiate secondo il grado EF1 della scala Fujita. La peggior distruzione è stata osservata presso il quartiere Montetermini che ha sostenuto danni da EF2. La medesima zona peraltro corrisponde al momento di massima intensità “visiva” come si può desumere dalla foto in cima a questa pagina e dal video di Vittoria Semeraro.

Sulla base della nostra indagine dei danni, abbiamo valutato il tornado  secondo il grado EF-2  con venti massimi intorno ai 135 mph (217 Km/h). Abbiamo dovuto escludere dal rating del tornado la zona dell’industria Ilva a causa della non possibilità di accesso. I video e le fotografie osservate dai giornali e tv non sono conclusivi per effettuare una rigorosa classificazione.


Andrea Griffa


Qui sotto ecco la ricostruzione di tutto il percorso del tornado con relativi DIs (cliccate su visualizza tornado di taranto per vederla ingrandita).


All rights reserved © Andrea Griffa